di Fabio Belli
Ieri, 24 gennaio, sono arrivate in Burkina Faso le prime unità del Corpo Africano del Ministero della Difesa russo.
Nello specifico si tratta di un contingente di 100 persone che garantirà la sicurezza dei leader del paese e fornirà assistenza alle forze militari locali nella lotta al terrorismo. Nel prossimo futuro è previsto l’arrivo di altri 200 militari dalla Russia.
Si rafforza dunque la presenza russa nel Continente Nero. Dopo il rinnovo dell’accordo di cooperazione militare del 2015 con l’Esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar, dove la Russia potrebbe disporre di una base aerea già utilizzata dal Gruppo Wagner e una navale a Bengasi o Tobruk, anche la Repubblica Centrafricana ha recentemente offerto alla Russia la costruzione di una base militare, concedendo già un terreno adatto a questo scopo. Senza poi dimenticare la base navale russa in costruzione in Sudan nel Mar Rosso, area oggi più che mai strategica. Inoltre, una settimana fa il ministro della Difesa del Niger, Salifu Modi, ha fatto visita nella capitale russa per concordare con il ministero della Difesa lo sviluppo di una cooperazione militare.
Ma i legami tra la Russia e l’Africa non si fermano solo all’aspetto militare. Ieri un altro esponente africano è volato a Mosca: il presidente del Ciad, Idriss Deby, che ha incontrato al Cremlino il presidente russo Vladimir Putin. Il Ciad è considerato l’ultimo bastione dell’influenza francese nella regione.
Per il Continente Nero la Francia e l’Occidente sembrano solo un ricordo.