di Margherita Furlan ed Elisa Angelone
Oggi, 24 maggio, il primo ministro russo Mikhail Mishustin è arrivato a Pechino, seconda tappa della sua visita in Cina, dove è stato accolto con tutti gli onori dal premier cinese Li Qiang. Mishustin e Li sono concordi sull’altissimo livello di cooperazione raggiunto da Cina e Russia – cooperazione “caratterizzata dal rispetto reciproco e dalla volontà di rispondere congiuntamente alle sanzioni illegali dell’Occidente collettivo”, ha sottolineato il ministro russo.
L’interscambio commerciale tra i due paesi è in costante aumento. Secondo l’agenzia di stampa moscovita Tass, le esportazioni russe in Cina sono aumentate del 67,2% su base annuale tra gennaio e aprile. Quelle cinesi in Russia sarebbero cresciute addirittura del 153% ad aprile.
Cinque gli accordi firmati dalle delegazioni russa e cinese. Tra questi, un memorandum d’intesa tra il ministero dello Sviluppo Economico della RF e il ministero del Commercio cinese su investimenti nel settore dei servizi, un protocollo sull’esportazione di cereali dalla Russia e un memorandum di amicizia e cooperazione in ambito sportivo.
Mosca e Pechino avrebbero concordato di ampliare non soltanto la cooperazione commerciale ed economica, ma anche gli scambi culturali al fine di “rendere più solide le basi di amicizia e reciproca simpatia dei due popoli”. Si è discusso inoltre della possibilità di costruire un terzo ponte al confine nord-orientale.
Nel pomeriggio Mishustin ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, che ha innanzitutto chiesto al ministro russo di porgere i suoi saluti al “buon amico Vladimir Putin”, atteso a Pechino entro la fine dell’anno come ospite d’onore in occasione del prossimo Belt and Road Forum.
Sull’asse Pechino-Mosca c’è movimento dunque. Lunedì 22 maggio il segretario del Consiglio di sicurezza della Russia, Nikolaj Patrushev, ha avuto un colloquio con Chen Wenqing, membro del Politburo del Partito comunista che supervisiona polizia e intelligence. Nel frattempo è atteso a Mosca Li Hui, da poco nominato inviato speciale per la guerra in Ucraina da Xi Jinping dopo la telefonata con Volodymyr Zelensky. Li è già stato in Ucraina e in diversi paesi dell’Unione europea per recepire indicazioni delle varie parti coinvolte.
Mosca e Pechino insieme intendono dunque “opporsi ai tentativi dell’Occidente di mantenere il dominio globale imponendo la propria volontà a stati indipendenti”. Queste le parole che Mishustin avrebbe detto a Xi che, dal canto suo, garantisce il sostegno della Cina in merito agli interessi fondamentali di entrambe le parti. Tra i quali vi sarebbe ovviamente la spinta verso la multipolarizzazione.
Mosca e Pechino hanno inoltre stabilito di intensificare le riunioni periodiche dei rispettivi capi di governo e fissato “otto punti di riferimento strategici per rafforzare la cooperazione bilaterale in otto aree prioritarie”, tra le quali spiccherebbe il settore informatico.
In generale, la visita di Mishustin in Cina -la prima per il primo ministro russo- è stata salutata da entrambe le parti come un “successo”. Segno ulteriore della ferma volontà di Mosca e Pechino di passare dalle parole ai fatti. Non a caso i riflettori dei media occidentali in questi giorni sono tutti puntati verso Est.