di Margherita Furlan
Il presidente tunisino Kais Saied “ha deciso di rinviare la prevista visita nel fine settimana di una delegazione della Commissione europea”, nonostante quest’ultima abbia annunciato lo sblocco di 127 milioni di euro destinati nell’ambito dell’attuazione del memorandum Tunisia-Ue, concernente la questione dell’immigrazione. I media tunisini notano che “Saied ha comunicato la decisione durante una riunione del Consiglio di sicurezza, nel corso della quale ha ribadito di “non voler cedere neanche la minima parte di sovranità nazionale”, sottolineando che “si dovrà fare affidamento sulle proprie risorse per finanziare il bilancio dello Stato”. Nel frattempo però il ministro degli Esteri e dell’immigrazione di Tunisi, Nabil Ammar, è in visita a Mosca e dal capo della diplomazia russa, Sergeij Lavrov, si apprende che Russia e Tunisia sono pronte alla cooperazione nel turismo, nell’energia nucleare pacifica e nel settore spaziale, tanto che
è in preparazione un progetto per lanciare nello spazio cinque satelliti tunisini da parte di aziende russe. Già nel 2021 un veicolo di lancio russo avrebbe lanciato nello spazio un satellite tunisino.
Dall’altra parte del mondo, invece, le Isole Salomone si sono unite all’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), sostenuta dalla Cina, pochi giorni dopo che il primo ministro, Manasseh Sogavare, ha snobbato l’invito a incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al vertice delle nazioni del Pacifico alla Casa Bianca svoltosi lunedì e martedì scorsi.
Le Isole Salomone si uniscono alla Banca insieme alla nazione centroamericana di El Salvador, che ha approfondito i suoi rapporti con Pechino pochi anni dopo aver mutato i rapporti con Taipei.
Anche la Tanzania, un altro alleato chiave di Pechino e in cui la Cina ha vasti interessi, è stata ammessa come potenziale membro. Le nuove ammissioni alla banca asiatica portano il numero totale di paesi che hanno aderito a 109. Sebbene la maggior parte di questi paesi si trovi in Asia, la banca ha anche membri al di fuori della regione, come Gran Bretagna, Francia e dozzine di paesi africani, tra cui Algeria, Etiopia, Ruanda ed Egitto.
Il mondo cambia in fretta ed è già multipolare.