di Fabio Belli
Kiev, nonostante la guerra, vende alla Russia il titanio, necessario per la costruzione di aerei e missili.
È quanto riporta il quotidiano ucraino Strana, secondo cui la United Mining and Chemical Company di proprietà statale, da luglio 2022 ad aprile 2023, avrebbe esportato oltre 82 mila tonnellate di minerali contenenti titanio di cui una parte significativa giunta in Russia, sebbene attraverso intermediari con sede in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Secondo l’articolo, che cita fonti e documenti del settore, il 20% di tutte le riserve mondiali di minerali contenenti titanio è concentrato in Ucraina dove le industrie di lavorazione della speciale materia prima sarebbero pressoché inesistenti. Al contempo, alcuni giorni fa, il quotidiano tedesco Handelsblatt, citando dati della dogana ucraina, riportava che Kiev aveva aumentato l’acquisto di petrolio russo con il quale probabilmente alimentava i propri carri armati. Secondo i documenti, la compagnia petrolifera ungherese MOL aveva raddoppiato le sue vendite all’Ucraina negli ultimi sei mesi. Il carburante venduto dalla MOL, secondo alcuni analisti contattati da Handelsblatt, proviene in quantità significativa dalla Russia attraverso l’oleodotto Druzhba.
A titolo di esempio, l’anno scorso il 95% di tutto il combustibile distribuito dalla raffineria slovacca Slovnaft (di proprietà di MOL) sarebbe stato di derivazione russa. Nel 2023 la quota sarebbe in diminuzione, ma comunque sempre nell’ordine del 65-70%.