di Gionata Chatillard
Se nei mesi scorsi il conflitto israelo-palestinese sembrava aver distolto l’attenzione da quello in Europa Orientale, nelle ultime settimane si sono invece moltiplicati i segnali che indicano che la guerra con la Russia potrebbe presto estendersi al resto del Vecchio Continente. I Governi dei paesi occidentali, agitando la presunta minaccia dell’orco Vladimir Putin, hanno infatti iniziato ad armarsi in vista di un regolamento di conti che, più che cercare di evitare, sembrano in realtà voler apparecchiare, come dimostra l’iniziativa annunciata nelle ultime ore dalla ministra della Difesa olandese Kajsa Ollongren.
Con un post pubblicato su X, la diplomatica ha dichiarato che Paesi Bassi, Germania e Polonia si sono accordati per creare un corridoio che permetta a soldati e attrezzature belliche di circolare “in modo rapido ed efficiente” attraverso questi paesi. Uno dei primi passi, dunque, di quella Schengen militare diventata all’improvviso una necessità strategica ineludibile sia per la NATO che per l’Unione Europea. Progetto, questo, che in sostanza prevede di eliminare le barriere burocratiche per poter fare la guerra senza troppi intoppi.
“Ciò renderà l’Europa più forte”, ha sentenziato la ministra Ollongren per giustificare l’accordo sottoscritto con Berlino e Varsavia. Un’intesa arrivata subito dopo la storica decisione della Polonia di aprire le porte alle truppe della Germania per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale. Il tutto mentre le Forze Armate tedesche hanno annunciato di avere già un piano per combattere contro la Russia. Le prove tecniche, in realtà, sono già in corso con l’esercitazione Steadfast Defender 2024, le più grandi manovre militari mai portate avanti dalla NATO in Europa, a cui prenderanno parte -da qui a fine maggio- circa 90.000 militari. Ad aggiungersi al quadretto apocalittico c’è poi anche la “línea baltica” appena annunciata da Lituania, Lettonia ed Estonia per realizzare una difesa comune contro Russia e Bielorussia. Senza contare i continui appelli alla coscrizione da parte di diversi Governi europei. Se il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha già chiesto 10.000 riservisti, il capo dell’Esercito britannico, Sir Patrick Sanders, ha invece direttamente detto alla popolazione di prepararsi al peggio. Ovvero, a combattere.