di Gionata Chatillard
Il capitalismo ha ormai i giorni contati. Ad annunciarlo è niente meno che Klaus Schwab, che ha approfittato dell’ultimo vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico per indicare a tutti la via da seguire da qui in avanti. Secondo il fondatore del World Economic Forum si sarebbe infatti resa necessaria una “profonda ristrutturazione sistemica del nostro mondo”. Una trasformazione che, grazie al “grande reset” della “4ª Rivoluzione Industriale”, dovrebbe portare a una “governance 4.0” in cui privato e pubblico possano fondersi per il bene della collettività.
Secondo Schwab, che è in qualche modo riuscito a infilarsi in un vertice teoricamente riservato agli “incontri bilaterali” tra i leader dei paesi asiatici, saranno ancora i Governi a indicare alle grandi aziende la via da seguire, mentre queste ultime forniranno agli Stati la forza innovativa di cui hanno bisogno per poter essere competitivi. “Se si guarda alla cooperazione pubblico-privato, penso che dobbiamo trovare modi molto flessibili per coordinare gli sforzi”, ha spiegato il capo di Davos in un discorso in cui sostanzialmente ha invitato tutte le nazioni a fondersi con le élite economico-finanziarie. Un’impostazione che per i critici è molto simile al corporativismo di stampo fascista, e che per Schwab segnerà inevitabilmente la fine del sistema economico attuale.
“Passeremo dal capitalismo al talentismo”, ha infatti dichiarato il leader globalista al meeting di Giacarta, sottolineando come il fattore competitivo fondamentale di questo nuovo paradigma sarà l’innovazione, e non più la capacità di produrre a basso costo. Se i prezzi dei beni di prima necessità dovessero impennarsi, non ci sarà quindi nulla da temere, perché sarà comunque a beneficio di tutta l’umanità. In fondo, bisognerà solo abituarsi a essere felici senza possedere nulla.