di Jeff Hoffman
L’Australia diventerà un deposito per i rifiuti radioattivi internazionali nell’ambito dell’alleanza militare nota come AUKUS, stipulata nel 2021 fra Australia, Regno Unito e Stati Uniti.
Lo scorso novembre il Governo australiano aveva infatti introdotto una nuova legge sulla sicurezza nucleare navale che, se approvata dal Parlamento, prevede l’istituzione di un organo di controllo della sicurezza nonché la creazione di depositi per lo smaltimento delle scorie prodotte dai sottomarini a propulsione nucleare.
Il problema, tuttavia, è che le nuove leggi per stabilire un quadro di sicurezza per i sottomarini a propulsione nucleare pianificati dall’Australia consentono agli Stati Uniti e al Regno Unito di inviare i propri rifiuti tossici nel paese.
Stando a un’inchiesta pubblicata dal quotidiano inglese The Guardian emerge infatti che la legge proposta dal governo “Consente la creazione di strutture per “la gestione, lo stoccaggio o lo smaltimento dei rifiuti radioattivi di un sottomarino AUKUS”, specificando che potrebbe trattarsi sia di un natante australiano che britannico o americano, includendo fra questi anche i sommergibili in costruzione o in dismissione”.
“Questo piano mette a repentaglio la salute e la sicurezza globale, va contro il nostro impegno per la non proliferazione nucleare e potrebbe essere visto come un precursore dell’acquisizione di armi nucleari da parte dell’Australia”, ha specificato il fondatore di Ican Australia,Tilman Ruff, promuovendo il trattato di proibizione delle armi nucleari che Canberra aveva promesso di ratificare.
Poco prima di firmare l’accordo con Londra e Washington, Canberra aveva pensato bene di rompere la partnership franco australiana per la costruzione di nuovi sommergibili che avrebbero dovuto sostituire i vecchi sottomarini Collins destinati alla pensione nel 2030.
Emerge quindi che Washington aveva promesso la fornitura di sottomarini a Canberra ma, stando a quanto riportato dal sito della Difesa, i nuovi natanti sottomarini Aukus non saranno pronti prima del 2040.
Infatti, gli stessi Stati Uniti sarebbero “a corto” di sommergibili e che, evidentemente, l’industria militare di Washington non sembra in grado né di soddisfare il proprio fabbisogno né di mantenere un tasso soddisfacente di produzione, riparazione e manutenzione dei natanti sommergibili.
La legislazione AUKUS, approvata dal Congresso lo scorso dicembre, prevede comunque che i sottomarini a stelle e strisce non possano essere venduti né all’Australia né ad altri a meno che il presidente non certifichi che la loro vendita non sminuirà le esigenze della Marina degli Stati Uniti.
Non poteva mancare un recente rapporto di Politico secondo cui la partnership sulla sicurezza dell’AUKUS potrebbe essere ampliata entro la fine dell’anno a Canada e Giappone, indicando India, Nuova Zelanda e Corea del Sud come prossimi potenziali membri.
Il dato di fatto, dunque, è che non solo la Marina australiana rischia di trovarsi sguarnita di nuovi sommergibili, ma dovrà, a quanto pare, creare depositi di scorie nucleari ereditate dai due alleati in armi Stati Uniti e Regno Unito.
E la nave della guerra avanza sopra e sotto tutti i mari.