di Fabio Belli
In Senegal centinaia di persone sono scese in strada nella capitale Dakar, per protestare contro il rinvio delle elezioni al prossimo 15 dicembre.
Le elezioni, in programma il 25 febbraio, erano state rinviate dal presidente filo francese, Macky Sall, a causa di una disputa elettorale. Il mese scorso il consiglio costituzionale del Senegal aveva escluso il leader dell’opposizione, Ousmane Sonko, oltre a Karim Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, mentre aveva approvato il successore scelto dall’attuale presidente.
Durante le violente proteste, le forze di sicurezza hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti. E mentre da una parte la narrazione ufficiale del governo motiva le misure di sospensione con l’obiettivo di preservare la pace e la tranquillità, le proteste continuano sia a Dakar che a Ziguinchor, città di cui è sindaco l’oppositore Sonko, recentemente arrestato per un caso di diffamazione. Nel frattempo, il Ministero delle Comunicazioni senegalese ha riferito di aver vietato l’accesso a Internet a causa della presunta diffusione di “messaggi sovversivi trasmessi sui social”.
Ma non solo internet è stata oggetto di censura da parte del governo senegalese. La rete televisiva privata Walf ha interrotto le trasmissioni mentre andavano in onda le proteste di domenica scorsa, dichiarando che la propria licenza era stata improvvisamente revocata.
Anche la roccaforte francese del Senegal sembra destinata a crollare.