di Fabio Belli
Il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che i piani occidentali di confiscare i beni russi congelati potrebbero minacciare il sistema finanziario globale e comportare altri rischi imprevisti.
È quanto afferma la portavoce dell’istituto, Julie Kozack, secondo la quale qualsiasi azione dovrebbe avere basi giuridiche sufficienti per evitare eventuali rischi di contenzioso e altre problematiche afferenti al sistema monetario globale. Sempre la Kozack si è detta sorpresa dalle prestazioni di crescita dell’economia russa visto che, alla fine di gennaio, l’istituzione internazionale aveva rivisto al rialzo le previsioni per il 2024, incrementando di 1,5 punti percentuali il valore della stima precedente.
L’ammontare dei beni russi congelati, volendo usare un eufemismo, ammonta a circa 300 miliardi di euro. Il Cremlino, dal canto suo, oltre a criticare la misura come contraria al diritto internazionale, aveva già avvertito di eventuali conseguenze gravi per l’economia globale.
Ma nonostante tutto l’Occidente, guidato da Washington, non sembra tenere conto degli avvertimenti dell’FMI visto che, nei giorni scorsi, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha disposto il trasferimento di circa 500.000 dollari di fondi russi confiscati. Fondi sequestrati a danno di una rete di approvvigionamento che tentava di trasferire in Russia macchine utensili di precisione made in USA nel comparto della Difesa. L’ammontare in denaro sarà trasferito all’Estonia per un progetto di riparazione delle infrastrutture elettriche ucraine.
Si tratta del secondo trasferimento disposto dagli Stati Uniti a beneficio di Kiev, dopo che l’anno scorso erano stati forniti 5,4 milioni di dollari al Dipartimento di Stato per sostenere i veterani di guerra ucraini.