di Elisa Angelone
La neutralità di fronte all’attuale conflitto in Ucraina non è più ammessa. Il mondo intero deve schierarsi in modo che in quel di Washington e Londra sia più facile distinguere gli amici dai nemici.
E così anche la Svizzera si è sbilanciata, aprendo di fatto alla possibilità di inviare armi all’Ucraina. Lo scorso venerdì 12 maggio infatti le due camere del Parlamento svizzero e il Consiglio nazionale hanno votato a favore di un emendamento alla legge sull’equipaggiamento militare che impedisce al Paese elvetico di inviare armi e munizioni a paesi terzi in guerra.
Stando a quanto dichiarato da Werner Salzmann, presidente della Commissione per la politica di sicurezza elvetica, allentare i controlli sulle esportazioni di armi, come da proposta di legge, avrebbe lo scopo di garantire vitalità all’industria della Difesa svizzera, che altrimenti faticherebbe a sopravvivere. E chiaro tuttavia che a giovare di una simile misura potrebbe essere non soltanto l’industria bellica svizzera, ma anche l’Ucraina.
Se l’emendamento alla legge verrà infine approvato, dunque, anche la Svizzera potrà legalmente unirsi alle fila euroatlantiche a fianco di Kiev, abbandonando così la propria secolare neutralità.
D’altra parte, il blocco occidentale aveva più volte fatto pressioni su Berna affinché sostenesse Kiev anche militarmente ma la legislazione elvetica ha sempre rappresentato un ostacolo, in quanto pilastro su cui si fonda in gran parte la ricchezza e il benessere della Svizzera dal 1815.
A pensar male, la recente visita in Svizzera di due funzionari del Ministero del Tesoro USA, esperti di sanzioni, non appare un caso. I due inviati di Washington, infatti, in missione in Europa e in Asia Centrale ad aprile per monitorare l’evasione delle sanzioni antirusse, hanno lasciato il segno anche in Austria, che, poco dopo la visita, ha deciso di congelare 2 miliardi di asset russi. Anche Vienna, infatti, tradizionalmente neutrale, è stata evidentemente costretta a sbilanciarsi.
In un momento in cui il conflitto si sta intensificando, minacciando di allargarsi, tutti i principali punti di riferimento del “vecchio mondo” vengono scardinati uno dopo l’altro alla velocità della luce.