di Fabio Belli
Il governo svizzero ha presentato una strategia per il ritorno dei rifugiati ucraini in patria che prevede un incentivo pro capite di oltre 4 mila euro.
È quanto riporta il sito SwissInfo, secondo cui il governo elvetico riterrebbe più economico pagare ciascun rifugiato piuttosto che trattenerlo in Svizzera e sostenerne i benefici sociali. Con questa mossa Berna calcola che circa l’80% degli ucraini esprimerà il desiderio di tornare a casa volontariamente. Le autorità svizzere temono che il lungo permanere di uno straniero nel Paese sia un disincentivo a tornare in patria volontariamente visto che dopo 5 anni di soggiorno ininterrotto i rifugiati avrebbero diritto ad un permesso di soggiorno rinnovabile ogni anno.
Il piano, elaborato dalla Segreteria di Stato della migrazione in collaborazione con le autorità cantonali, fissa già una finestra temporale per il rimpatrio tra i 6 e i 9 mesi per consentire ai cittadini di pianificare il proprio viaggio. Questo, secondo il documento, per quanto riguarda la partenza volontaria che dovrà essere a carico di ogni rifugiato via terra, mentre la partenza forzata sarà attuata per via aerea.
Ad ogni modo, precisa il provvedimento svizzero, l’espulsione sarà considerata come ultima risorsa e le persone che necessiteranno di sostegno speciale come i circa 1.000 minori non accompagnati e i 1.600 ultra settantacinquenni con problemi di salute, non saranno forzati a partire.