di Jeff Hoffman
L’area industriale a due passi da Istanbul precedentemente concessa alla casa automobilistica tedesca Volkswagen è appena stata trasferita alla Società produttrice di auto elettriche cinesi BYD.
“Prevediamo che BYD creerà un impianto di produzione di auto ibride elettriche e ricaricabili con una capacità annua di 150.000 veicoli e un centro di ricerca e sviluppo sulla mobilità”, hanno fatto sapere le istituzioni turche parlando di un investimento di 1 miliardo di dollari.
Un enorme investimento per la Turchia che, eludendo dazi e tariffe doganali avrà significative ripercussioni anche nel Vecchio Continente, sempre più impegnato nella servitù militare e sanzionatoria imposta da Washington contro Russia, Cina e chiunque si azzardi a dialogare e fare affari con i paesi membri dei BRICS e i loro numerosi alleati.
Il piano descritto da Bloomberg mostra inoltre che il costruttore di Shenzhen sfrutterebbe vecchi accordi fra Ankara ed Europa annullando così le tasse sulle importazioni.
La brutta notizia è che se la Cina e l’oriente si avvicinano ad Ankara è ormai certificato che i grandi investitori cinesi, difficile dargli torto, stanno gradualmente trasferendo i loro investimenti dall’Europa verso porti più sicuri e rispettosi delle leggi.
Il dato di fatto, in ogni caso, è che mentre la Cina si libera delle azioni della Società Pirelli, nel giro di poche settimane il grande paese asiatico ha raddoppiato la produzione di automobili elettriche nell’area europea con un impianto in Ungheria e uno in Turchia mentre, senza pausa, gli Stati Uniti aumentano la tensione con Pechino sia sul fronte militare che su quello economico.
“La Cina è il principale promotore della guerra in Ucraina”, ha ribadito la direttrice della pianificazione politica della NATO, Benedetta Berti, secondo cui è necessario aumentare la deterrenza, cioè le spese militari che, prontamente, il premier Giorgia Meloni ha promesso di fare intervenendo al summit della NATO in corso a Washington.
“Il compito della Nato è preservare la pace fornendo una credibile deterrenza: la spesa per la Difesa aumenterà”, ha infatti decretato il quasi ex Segretario dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg.