di Fabio Belli
“Le relazioni tra la Turchia e l’Iraq stanno entrando in una nuova fase.”
Queste le parole del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel corso della sua visita a Baghdad di domenica scorsa. Una visita attesissima è la prima di un leader turco in Iraq dal 2011, dopo anni di relazioni tese in cui Ankara intensificava le operazioni transfrontaliere contro i militanti del PKK nel Kurdistan iracheno.
“Abbiamo discusso delle misure congiunte che possiamo intraprendere contro il PKK”, ha detto Erdogan in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani. Quest’ultimo ha riferito della firma di oltre 20 memorandum d’intesa in materia di sicurezza, commercio ed energia, nonché di un accordo decennale sulla gestione delle risorse idriche. Al-Sudani ha puntualizzato che Ankara e Baghdad coopereranno per rafforzare la sicurezza delle frontiere.
Il presidente turco, che ha tenuto colloqui anche con il presidente iracheno Abdul Latif Rashid, ne ha approfittato per stipulare un accordo a quattro comprendente anche Qatar ed Emirati Arabi Uniti, alla presenza degli esponenti di questi ultimi due paesi. Un accordo per la cooperazione congiunta sul progetto ferroviario e stradale iracheno denominato Development Road, un corridoio di trasporto lungo 1200 km e del valore di 17 miliardi di dollari, che mira a collegare l’Asia e l’Europa tra il porto di Grand Faw nel sud iracheno ricco di petrolio e la Turchia nel nord, senza passare dal Canale di Suez.