di Elisa Angelone
E’ di oggi la notizia che il colosso svizzero UBS ha completato l’acquisizione di Credit Suisse. Un processo di assorbimento che richiederà anni ma che intanto risulta essere il maggiore accordo bancario dalla crisi del 2008. Una fine non certo gloriosa per la banca svizzera -tra i principali istituti finanziari a livello globale- fallita lo scorso marzo dopo 167 anni di attività.
UBS ha accettato di acquisire la ormai ex-rivale Credit Suisse per il prezzo stracciato di 3 miliardi di franchi e a fronte di garanzie da parte della banca centrale svizzero e dello Stato. Ora il gruppo elvetico si troverà a gestire 5mila miliardi di dollari di attività, diventando un vero e proprio colosso della patrimoniale. L’operazione di assorbimento di Credit Suisse, secondo i vertici della banca, comporterà sia grandi sfide che opportunità. Tra le sfide rientra senz’altro la decisione sul futuro dell’attività domestica di Credit Suisse e del suo personale. Le due banche impiegano infatti congiuntamente oltre 120mila persone in tutto il mondo. UBS, tuttavia, ha già dichiarato di voler tagliare i posti di lavoro per ridurre i costi e “sfruttare le sinergie”. Tagli che riguarderanno in parte anche i vertici della banca svizzera, sebbene molti di essi sarebbero al momento stati riconfermati nel loro ruolo.