di Fabio Belli
Francia e Polonia non hanno il diritto di parlare a nome di tutti i membri della NATO quando si tratta di schierare truppe in Ucraina.
È quanto ha affermato il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa, riferendosi alle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron e del capo della diplomazia polacca Radoslaw Sikorski. Il primo non escludeva l’invio di soldati dell’Alleanza in Ucraina, il secondo aveva espresso la necessità di una cosiddetta “escalation asimmetrica” da parte dell’Occidente. Escalation che, secondo Crosetto, danneggerebbe inesorabilmente gli sforzi diplomatici per cessare le ostilità pertanto, ha proseguito il ministro, i sostenitori occidentali di Kiev, siccome faticano a tenere il passo con la capacità di produzione militare della Russia, dovrebbero concentrarsi sull’attivazione di canali diplomatici.
La diplomazia di fronte alla sconfitta con la Russia sembra dunque l’unica arma efficace, si fa per dire, a disposizione dell’Occidente. Ne è convinto anche Papa Francesco che, durante un’intervista rilasciata all’emittente svizzera RSI, ha detto: “Credo che sia più forte chi vede la situazione, chi pensa alla gente, chi ha il coraggio della bandiera bianca. Oggi possiamo negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali”, ha commentato il Pontefice che poi ha proseguito, “la parola ‘negoziare’ è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno bene, devi avere il coraggio di negoziare.”
L’entourage di Bergoglio si è subito affrettato a ridimensionare le dichiarazioni. Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha tenuto a precisare che le parole del Papa sarebbero state travisate e che l’uso del termine “bandiera bianca” era inteso per indicare la cessazione delle ostilità e non una resa incondizionata. Ciò non ha impedito però le reazioni piccate di Kiev. L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede ha risposto che durante la seconda guerra mondiale nessuno parlava “di trattative di pace con Hitler”, mentre il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, ha twittato: “La nostra bandiera è gialla e blu. Non alzeremo mai altre bandiere”. Per Papa Francesco si è scomodato anche il presidente ucraino, Volodimir Zelensky, che, riferendosi ai cappellani dell’esercito, ha detto che la vera Chiesa sta con le persone. “E non a 2,500 chilometri di distanza impegnata in una mediazione virtuale tra coloro che vogliono vivere e coloro che vogliono distruggere e uccidere”, ha concluso Zelensky candidando di diritto Bergoglio al sito ucraino Myrotvorec’, o magari alle famose liste degli pseudo putiniani stilate dalla stampa atlantista del “fu Belpaese”.