di Fabio Belli
Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, è arrivato a Kiev, dove oggi è prevista una discussione sulla missione africana di pace.
Missione che vede la partecipazione di 7 paesi del Continente Nero. Oltre a Ramaphosa, viaggiano al seguito i rappresentanti di Egitto, Senegal, Comore, Uganda, Zambia e Repubblica del Congo, tutti arrivati dalla Polonia via treno alla stazione Nemishaeve, nella regione di Kiev. Durante la visita dei membri africani, l’agenzia di stampa occidentale Reuters ha riportato che nel cielo sopra Kiev si sarebbero verificate delle esplosioni attribuite a missili lanciati dall’esercito russo.
Una versione confermata dal sindaco della capitale, ma smentita dalla controparte russa che l’ha etichettata come una provocazione del regime ucraino. Nonostante Reuters abbia cercato di enfatizzare l’accaduto sottolineando che i leader africani si sarebbero recati in un rifugio antiaereo, la missione sudafricana ha fatto sapere su Twitter che tutto stava procedendo bene e secondo i piani. “È molto strano che non abbiamo sentito o visto l’esplosione. Ovviamente qui si sta diffondendo una deliberata disinformazione. Eravamo perplessi quando siamo stati riportati in hotel e abbiamo camminato per le strade dove la gente continuava normalmente la giornata”, ha detto il rappresentante del Presidente della Repubblica Sudafricana Vincent Magwenya che ha definito deplorevole l’episodio capitato agli addetti alla sicurezza africani, bloccati all’aeroporto Chopin di Varsavia dalle autorità polacche, che hanno accusato gli accompagnatori di possesso di armi e munizioni illegali. Stessa sorte è toccata ai giornalisti della delegazione per presunti problemi di documentazione.
Bruxelles fa sapere che non sosterrà l’iniziativa africana se ciò comportasse il congelamento del conflitto. Ad affermarlo è il portavoce Peter Stano, durante un briefing.
Domani la missione incontrerà a San Pietroburgo Vladimir Putin, che rimane aperto a qualsiasi contatto, come sottolinea il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
