di Fabio Belli
L’amministrazione Biden sta per approvare la fornitura di munizioni ad uranio impoverito per i carri armati dell’esercito ucraino.
È quanto riporta il Wall Street Journal citando fonti della Casa Bianca, secondo le quali le munizioni dovrebbero equipaggiare i tanks Abrams di produzione statunitense. Il tutto mentre Washington sta ancora discutendo la possibilità di fornire armi a grappolo a Kiev.
La decisione segue quella britannica di inizio primavera. All’epoca il vice ministro della Difesa britannico, James Heappey, affermò che Londra aveva inviato a Kiev migliaia di proiettili, tra cui alcuni all’uranio impoverito, per i carri armati Challenger 2, donati all’Ucraina. Sebbene la NATO abbia definito le forniture coerenti con il diritto internazionale, Mosca ha affermato che l’uso di tali munizioni potrebbe causare danni irreparabili alla salute dei militari e dei civili ucraini.
Tuttavia i dubbi sugli aiuti, si fa per dire, dai paesi anglosassoni direzione Kiev sorgono anche negli Stati Uniti. I motivi però non sarebbero di natura etica, bensì finanziaria. Il senatore Marco Rubio ha infatti chiesto una revisione completa delle erogazioni per la preoccupazione che il Pentagono non riesca a stimarne il valore. In una lettera rilasciata lunedì, Rubio ha rimproverato l’amministrazione Biden per un recente errore contabile del valore di 3 miliardi di dollari che potrebbe significare anche una sopravvalutazione delle attrezzature inviate.
L’errore, confermato dal Pentagono, era stato segnalato dall’agenzia Reuters il mese scorso. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva de facto ridimensionato la cosa affermando che in realtà quei 3 miliardi non fossero uno spreco bensì, una volta aggiustato l’errore, un bonus ulteriore per mettere nel carrello della spesa ulteriori armi per Kiev.
Dall’inizio del conflitto, Washington ha stanziato più di 100 miliardi di dollari in spese legate all’Ucraina, di cui 40 per l’assistenza militare.