di Margherita Furlan e Fabio Belli
“Mosca prenderà in considerazione tutte le proposte serie per risolvere il conflitto in Ucraina se soddisfano gli interessi legittimi della Russia”, è quanto ha affermato oggi il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov.
Il capo della diplomazia russa, durante un incontro con l’omologo del Myanmar, ha reso noto che alcuni paesi del Sud del mondo hanno già inviato alla Russia proposte di pace con motivazioni sincere apprezzandone, come nel caso del Myanmar, la posizione ponderata, equilibrata e obiettiva.
Intanto da Washington non filtra molto ottimismo; per il Capo di Stato maggiore degli Stati Uniti, generale Mark Milley, l’Ucraina avrebbe solo 45 giorni per una controffensiva prima che sopraggiungano le cattive condizioni climatiche. Per il portavoce del Pentagono John Kirby, invece, non vi sarebbe la possibilità di porre fine al conflitto in Ucraina in termini convenienti a Washington. Al contempo il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, annuncia la fine dell’ordine mondiale nato dalla Guerra Fredda.
“Decenni di relativa stabilità geopolitica hanno lasciato il posto a una intensificata competizione con potenze autoritarie e revisioniste”, ha dichiarato Blinken definendo le azioni della Russia in Ucraina come “la minaccia più acuta e pressante per l’ordine internazionale”. Pronta la risposta di Mosca, che tornerà all’accordo sul grano solo dopo l’immissione dei suoi prodotti agricoli sui mercati mondiali. Il Wall Street Journal intanto si chiede perché gli Usa non sono riusciti a convincere India, Brasile, Egitto, Sud Africa e molti altri Paesi del Sud del mondo a sostenere l’Ucraina. E risponde: “I politici occidentali hanno sottovalutato il grado di sfiducia di alcuni Stati negli Stati Uniti e nell’Europa, così come il desiderio dei principali attori – Brasile e Sudafrica – di perseguire una politica indipendente e rappresentare i propri interessi sulla scena internazionale “. Il dibattito negli States è acceso e il New York Times è giunto alla conclusione che le sanzioni anti-russe sono fallite perché le restrizioni imposte non possono impedire a Mosca di aumentare il suo potenziale militare. Oggi la Russia produce sette volte più munizioni rispetto a Stati Uniti ed Europa.
Eppure secondo Fox News, per il sostegno all’Ucraina gli Usa hanno speso finora 100 miliardi di dollari. Tuttavia, questo importo non tiene conto degli ulteriori 24 miliardi di dollari che Biden ha chiesto al Congresso per l’Ucraina il mese scorso.