di Gionata Chatillard
Nonostante sembri avere la strada spianata verso un secondo mandato come presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen non rinuncia a fare campagna elettorale. Per lanciare la sua ricandidatura, la politica tedesca ha infatti promesso che, se venisse confermata nella sua posizione, il prossimo Esecutivo comunitario si arricchirà di una nuova figura necessaria per stare al passo coi tempi, ovvero quella di un “commissario alla Difesa”.
L’idea, usando il linguaggio di un secolo fa, è quella di un vero e proprio ministro della Guerra che possa traghettare il Vecchio Continente attraverso quei tempi bui già ampiamente profetizzati dai Governi occidentali. Una proposta “ragionevole”, l’ha infatti definita Von der Leyen, incassando a stretto giro di posta l’adesione entusiasta di Antonio Tajani, anche lui in Germania per partecipare alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. “Senza una difesa comune non possiamo essere protagonisti in maniera paritaria nella NATO, né essere efficaci in politica estera”, ha infatti affermato il ministro degli Esteri italiano.
Il tutto mentre Bruxelles, in perfetta linea con quanto richiesto dalla NATO, continua a spingere sulla necessità di armarsi fino ai denti per prepararsi a un conflitto presentato all’opinione pubblica come inevitabile. “Occorrerà prendere più decisioni in termini di industria europea della Difesa”, ha infatti ribadito Josep Borrell mentre annunciava con orgoglio l’avvio della missione europea nel Mar Rosso, l’8ª iniziativa di questo genere lanciata dal capo della diplomazia europea, più che mai convinto che i tempi attuali non siano più quelli della “strategia”, ma dell’ “azione”.