di Fabio Belli
Che la cosiddetta transizione ecologica fosse quasi una sorta di moda nel linguaggio del pensiero unico era cosa già nota; a corroborare la tesi ci stanno pensando anche da Londra nel confermare l’autorizzazione a nuove trivellazioni di petrolio e gas nel Mare del Nord scozzese.
Dopo la promessa di un Regno Unito ad “emissioni zero”, il primo ministro Rishi Sunak si sta dunque riposizionando rispetto agli impegni green assunti all’inizio del suo mandato. Al tempo stesso Sunak avrebbe criticato anche i piani dei comuni britannici che intendono limitare l’accesso ai centri urbani alle automobili considerate più inquinanti.
Le nuove trivellazioni, consistenti in circa 100 licenze nei mari scozzesi, sarebbero dettate dalla convinzione che la totale rinuncia all’oro nero comporterebbe una vulnerabilità energetica che il Regno Unito non può permettersi. Meglio dunque optare per un maggior pragmatismo, soprattutto in ottica elettorale viste le brutte notizie provenienti dai sondaggi nazionali che vedono primeggiare l’opposizione laburista. Un pragmatismo che consiste dunque nello schierarsi “dalla parte dei conducenti”, prendendo le distanze dagli pseudo avveniristici quartieri green dove si prevede l’installazione di telecamere, fioriere giganti e dissuasori per tenere lontane le automobili.
A camuffare la mossa del governo Sunak, riequilibrandola sulla falsariga dei dettami ecologisti vi sarebbe, sempre in Scozia, il sostegno a un progetto di cattura del carbonio.