di Fabio Belli e Jeff Hoffman
Carri armati israeliani sono entrati alla periferia di Gaza tagliando l’arteria chiave Salah al Din che collega il nord al sud del territorio palestinese devastato dalla guerra. Lo hanno riferito all’Agenzia France Presse alcuni testimoni, secondo i quali
i veicoli corazzati starebbero sparando a qualsiasi veicolo cerchi di percorrere la strada. Intanto la Giordania ha chiesto agli Stati Uniti di schierare ulteriori sistemi di difesa missilistica Patriot nel paese. Lo ha riferito alla televisione di stato il portavoce dell’esercito giordano, Mustafa Hiyari.
E mentre le forze armate israeliane continuano a bombardare infrastrutture sul territorio siriano e proseguono il conflitto a fuoco al confine col Libano, Hamas diffonde un video di tre ostaggi israeliani che incolpano il primo ministro Benjamin Netanyahu sui fatti del 7 ottobre.
Le trattative sugli ostaggi si sarebbero arenate dopo che Hamas ha chiesto di consentire le forniture di carburante a Gaza, a riferirlo è l’emittente NBC.
D’altronde, secondo quanto scrive il New York Times, Israele, considerata la forza militare più potente del Medio Oriente, avrebbe completamente fallito nei suoi sforzi per raccogliere informazioni su Hamas.
Intanto la portaerei USS Dwight D. Eisenhower ha passato nella notte lo stretto di Gibilterra, dirigendosi nel Mediterraneo orientale. Una volta giunta a destinazione potremmo assistere alla più grande concentrazione di navi NATO in assetto operativo da parecchi decenni. In tutto saranno 43, esclusi i sommergibili il cui numero non è noto, oltre a quelle già presenti dal 23 ottobre al 6 novembre in acque italiane per le esercitazioni Dynamic Mariner 23, che comprendono altre 30 navi, di 14 nazioni dell’Alleanza.
“Un cessate il fuoco sarebbe un regalo ad Hamas”, ha dichiarato Hillary Clinton rispondendo a una giornalista della CBS in occasione del trentesimo anniversario del think tank texano Baker Institute.
Intanto, il numero di giornalisti rimasti uccisi dai colpi dell’esercito israeliano è salito a 35. Ultimo, in ordine cronologico, Nathmi al-Nadim, corrispondente dell’agenzia WAFA, la cui abitazione è stata distrutta oggi, lunedi 30 ottobre, da un bombardamento aereo che ha ucciso lui e la sua famiglia.
“È opinione diffusa tra i giornalisti di Gaza che loro e le loro famiglie siano deliberatamente presi di mira dai soldati israeliani e dal lancio di razzi”, è quanto dichiarato da Tim Dawson, vice Segretario Generale della Federazione Internazionale di Giornalisti a New York.