di Gionata Chatillard
Invitato speciale alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, Israel Katz non ha trovato niente di meglio da fare che promuovere un piano per costruire un’isola artificiale al largo della costa di Gaza. Un progetto che lo stesso capo della diplomazia israeliana aveva proposto nel 2017, quando ancora era titolare dei Trasporti, e che ha avuto come principale effetto quello di lasciare di sasso i partecipanti all’incontro, primo fra tutti l’alto rappresentante comunitario Josep Borrell.
Non è del tutto chiara la funzione a cui dovrebbe essere adibita questa sorta di atollo artificiale. Secondo alcune fonti presenti al citato vertice di Bruxelles, l’idea è che l’isola possa fungere da hub commerciale per collegare Gaza con il resto del mondo. Tuttavia, altre versioni assicurano che Katz avrebbe anche ventilato l’ipotesi che l’infrastruttura marittima possa essere utilizzata per ospitare gli stessi abitanti della Striscia. Ipotesi, questa, già smentita dal Governo israeliano, forse proprio per il suo carattere smaccatamente segregazionista.
Difficile dire quale sia il resoconto più affidabile di quanto successo a Bruxelles, dal momento che l’incontro -celebrato lunedì scorso nella sede del Consiglio Europeo- si è celebrato a porte chiuse. Di certo pare esserci solo la reazione dei presenti, che varie fonti definiscono come di totale “perplessità”. Scopo della riunione doveva infatti essere quello di discutere su quali debbano essere i primi passi da compiere verso una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese. Proprio per questo, ha dichiarato Borrell, la proposta di costruire un’isola è stata del tutto “irrilevante” ai suddetti fini. “Penso che il ministro avrebbe potuto usare meglio il suo tempo per preoccuparsi della situazione nel suo paese o dell’alto numero di vittime a Gaza”, ha detto alla stampa il capo della diplomazia comunitaria, sottolineando come la soluzione debba in ogni caso essere quella dei due Stati.
Ancora più dura la reazione dell’Autorità Nazionale Palestinese: “Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? In questo modo Israele non sta facendo altro che creare le basi per suscitare l’odio delle prossime generazioni”, ha affermato il ministro degli Esteri Riyad al Maliki, che ha poi aggiunto: “Noi non abbiamo bisogno di nessuna isola, né naturale né artificiale. Resteremo nel nostro Paese”.