di Fabio Belli
Il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense ha approvato per la prima volta la vendita nei supermercati di pollo coltivato in laboratorio.
Il tutto secondo l’intento dichiarato di eliminare i maltrattamenti agli animali e di ridurre drasticamente l’impatto ambientale del pascolo, della coltivazione di mangimi per animali e dei rifiuti.
Con questo mantra sarà ora possibile questo ciclo di produzione che consiste nel lavorare in vasche d’acciaio un prodotto surrogato derivante da cellule animali provenienti da un animale vivo, un uovo fecondato o una banca di cellule. Come risultato finale la cosiddetta carne uscirà in grandi strati dai quali verranno estrapolate forme di cotolette e salsicce.
Il prezzo è tutt’altro che economico, circa 45 dollari al chilo, non per tutti dunque. Le aziende produttrici preferiscono infatti presentare in primis il nuovo pollo in esclusivi ristoranti di lusso.
Secondo un sondaggio condotto dalla Associated Press, metà degli adulti statunitensi si è detta fortemente scettica su questo prodotto. A convincerli potrebbe ancora una volta pensarci la tanto in voga narrazione dell’emergenza climatica.