di Jeff Hoffman
Nel quadriennio 2019-2023 le importazioni di armi statunitensi verso il vecchio continente sono aumentate del 55%.
D’altro canto, la Francia ha superato la Russia diventando il secondo maggior esportatore di materiale bellico dopo gli Stati Uniti. Il “fu Belpaese” si è guadagnato, si fa per dire, la quarta posizione fra i maggiori esportatori di armi all’estero.
“Più della metà delle importazioni di armamenti da parte degli Stati europei provengono dagli Stati Uniti”, ha osservato il direttore del SIPRI Dan Smith, “mentre, allo stesso tempo, l’Europa è responsabile di circa un terzo delle esportazioni globali di armi”.
Salta agli occhi che più il processo di dedollarizzazione avanza più il complesso militare a stelle e strisce esporta armi in tutto il globo. “Gli Stati Uniti hanno rafforzato il loro ruolo globale come fornitori di armi, aspetto importante della loro politica estera, esportando più armamenti verso un numero maggiore di paesi di quanto abbiano mai fatto in passato”, ha affermato Mathew George, direttore del settore import-export del SIPRI.
Emerge inoltre che, mentre l’economia russa è proiettata verso lo sviluppo, la Federazione Russa ha diminuito le esportazioni di armi del 31% rispetto agli anni precedenti e del 55% rispetto al quadriennio il 2014-2018.
Stando ai dati dell’istituto svedese, che differiscono dalla statistica riportata dall’Istat, gli altri 10 principali esportatori di armi dopo Stati Uniti, Francia e Russia, sono l’Italia, con un aumento delle esportazioni pari a +86% e Corea del Sud che avrebbe aumentato le esportazioni del 12%. A seguire nell’export mondiale troviamo la Cina con un – 5,3%, Germania -14%, Regno Unito -14%, Spagna -3,3% e Israele con un -25% che equivale alla riduzione del PIL israeliano registrato negli ultimi due mesi.
Neanche a dirlo, Kiev risulta essere il più grande importatore di armamenti nell’area europea e il quarto del pianeta.
La quota maggiore dei trasferimenti di armi va all’Asia, con l’India che è il principale importatore di armi al mondo.
“Non c’è dubbio che gli elevati livelli di importazioni di armi da parte del Giappone e di altri alleati e partner degli Stati Uniti in Asia e Oceania siano in gran parte guidati da Washington, ha commentato con altre parole Siemon Wezeman, ricercatore senior presso il SIPRI.
Fra un acquisto di armi e l’altro, intanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l’avvio di una missione militare permanente in Moldova, dove, peraltro, esiste già la cosiddetta “missione civile” dell’UE che sembra ormai votata al martirio della guerra fino all’ultimo europeo.