USA, la militarizzazione del dollaro
di Jeff Hoffman
Le sanzioni antirusse stanno erodendo l’egemonia del dollaro. Questo, in estrema sintesi, quanto enunciato dal Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen. Tuttavia, nello stesso intervento, la Yellen ha anche spiegato che le sanzioni sarebbero uno strumento estremamente importante perché concertato con una vasta “coalizione di partner”. “Gli Stati Uniti e i loro alleati mirano a utilizzare i fondi russi posti sotto sequestro per aiutare l’Ucraina”, ha aggiunto l’alta funzionaria, lamentandosi però delle limitazioni legali poste dalle leggi internazionali.
Senza abbandonare l’usuale arroganza dei padroni del discorso, la Yellen ci ha tenuto a precisare che il ruolo del biglietto verde americano è spiegato da fattori come il volume del mercato dei titoli del Tesoro USA, il suo ampio uso nel commercio internazionale e uno “stato di diritto” che altre nazioni non possono offrire.
Ciò che sembra sfuggire alla Yellen, ma non soltanto a lei, è che il resto del mondo non sta semplicemente sostituendo il dollaro con un’altra moneta più forte ma bensì con le valute locali circolanti nei paesi non appartenenti al blocco atlantico. La stessa leadership russa ha dato priorità a una transizione dal dollaro alle valute regionali. “Non è una coincidenza che i discorsi su un passaggio alle valute nazionali siano stati stimolati ora”, ha commentato il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov in visita ufficiale in Brasile. Il sistema di insediamenti transfrontalieri si sta trasformando, ha detto recentemente la primo vicepresidente della Banca centrale russa, Olga Skorabagatòva, alla Duma di Stato, aggiungendo che le valute digitali nazionali giocheranno sicuramente un ruolo centrale.
L’assenza di una moneta di riserva unica globale è un elemento naturale del multipolarismo, hanno dunque fatto sapere dal nuovo mondo in costruzione.