di Fabio Belli
Gli Stati Uniti hanno effettuato missioni di sorveglianza su Gaza per conto di Israele.
Le operazioni statunitensi, aventi come base l’imponente presidio militare britannico a Cipro, RAF Akrotiri, sarebbero noti dal 2008 quando Wikileaks intercettò un dispaccio tra Londra e Washington, secondo il quale i voli spiavano, oltre all’enclave palestinese, anche territori di Turchia, Iraq e Libano.
Intanto da Israele il premier, Benjamin Netanyahu, fa sapere di voler riprendere al più presto i combattimenti nella Striscia di Gaza, non appena tutte le possibilità per il ritorno degli ostaggi saranno esaurite. Per il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il premier israeliano ha commesso a Gaza una delle peggiori atrocità del secolo, lasciando il segno nella storia in modo sanguinoso, ha concluso Erdogan in un discorso televisivo, facendo seguito a un confronto avuto in precedenza con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il quale il presidente turco aveva chiesto che Israele fosse ritenuto responsabile per aver calpestato il diritto internazionale, il diritto di guerra e il diritto umanitario.
Secondo Human Rights Watch, oltre il 70% dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza è fuggita dopo il 7 ottobre. Nell’enclave palestinese almeno 20.030 civili sono stati uccisi, tra cui 8.176 bambini e 4.112 donne. Circa 7.000 persone risultano disperse, tra cui più di 4.700 bambini. I feriti sono almeno 36.350.
Nonostante la mattanza israeliana, l’ex ispettore delle Nazioni Unite, Scott Ritter, sostiene che Tel Aviv avrebbe perso sia la battaglia politica che militare nella Striscia di Gaza.
In un’intervista rilasciata a Sputnik, Ritter ha affermato che i bombardamenti e l’invasione di terra non hanno avuto successo se misurati agli standard israeliani. Pertanto, secondo l’ex marine, visto che uno degli obiettivi dichiarati di Hamas era convincere Israele a liberare le migliaia di palestinesi detenuti, Tel Aviv sarebbe già sconfitto dato che aveva inoltre promesso di non voler mai concedere un cessate il fuoco.
Non a caso oggi il presidente statunitense, Joe Biden, in un messaggio su X ha affermato che “continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare ad Hamas ciò che cerca. Non possiamo farlo!”, ha concluso l’inquilino della Casa Bianca. Un passo di lato dovuto forse anche al fatto che l’appoggio incondizionato a Israele non paghi molto in termini di consensi elettorali.