di Jeff Hoffman
Nouriel Roubini, professore emerito presso la Stern School of Business della New York University, fra i pochi ad aver previsto la crisi finanziaria del 2008, ha spiegato alla stampa finanziaria che, visto lo stato delle cose, il crollo delle banche è ormai inevitabile.
Il quadro, secondo l’economista, vede la maggior parte delle banche statunitensi sul filo del rasoio dell’insolvenza.
Il problema, precisa l’economista, è che per spegnere l’incendio allargato dei conti pubblici il governo sta usando la benzina.
Il buco nel sistema bancario a stelle e strisce è stimato in 400 miliardi di dollari, nonostante la FED abbia riversato 200 miliardi di dollari nel sistema bancario per coprire il deficit. Di buona salute, invece, godono le banche del sud est asiatico che, come riportato da Bloomberg, dall’esperienza della crisi finanziaria del 2008, al contrario delle banche occidentali, hanno imparato a proteggersi.
E se ad affermarlo è Bloomberg, è lecito supporre che dietro la crescente crisi delle banche occidentali vi sia la mano dei soliti noti.
Forse non a caso, dunque, il presidente della Rockefeller International Foundation, Ruchir Sharma, ha fatto sapere che l’era dei salvataggi e dei soldi facili starebbe causando addirittura l’implosione del capitalismo e dell’intero sistema finanziario globale. Man mano che la fragilità cresce, ogni nuovo salvataggio rafforza il caso successivo, spiegano dalla torre d’avorio dei Rockefeller, aggiungendo che sono troppo pochi i politici in grado di comprendere cosa sta realmente avvenendo.