di Fabio Belli
È degli Stati Uniti l’ennesimo triste primato delle morti causate da arma da fuoco, aumentate dell’87% nei minorenni solo negli ultimi 10 anni.
A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista specializzata “Pediatrics” e ripreso dal “New York Times”, secondo cui nel 2021 sono almeno 2.590 i bambini e gli adolescenti che negli Stati Uniti hanno perso la vita a causa di un’arma da fuoco, contro i 1.311 del 2011. Circa due terzi delle morti sarebbero riconducibili a omicidi, un terzo a suicidi.
Nello stesso periodo di tempo si è invece quasi dimezzato il numero dei decessi di minori a causa di incidenti stradali. Pertanto le ferite da arma da fuoco sono diventate la prima causa di morte tra i cittadini statunitensi sotto i 20 anni di età, escludendo la mortalità dei neonati prematuri e dei bambini con malattie congenite.
Un dato ancora più inquietante se si considera che negli altri Paesi industrializzati le armi non sono tra le prime tre cause di morte tra i minorenni e che gli avvelenamenti sono più che raddoppiati in dieci anni sempre nella stessa fascia d’età. I dati dipingono quindi un quadro preoccupante, con un numero crescente di bambini con problemi di salute mentale, spesso soggetti a fenomeni di autolesionismo e con un facile accesso a mezzi letali.