di Fabio Belli
Victoria Nuland, la terza diplomatica statunitense di grado più alto, lascerà il suo incarico di sottosegretario di Stato per gli affari politici questo mese. Ad affermarlo è il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, che ha reso noto di affidare temporaneamente le funzioni della diplomatica dimissionaria al sottosegretario alla direzione John Bass. Già in servizio presso l’ambasciata statunitense a Mosca nei tumultuosi anni ’90, la Nuland si trovava in città durante il tentativo di colpo di stato contro l’ex presidente russo Boris Eltsin. La diplomatica fu molto attiva nel colpo di stato ucraino del 2014. Nel dicembre 2013 visitò l’Ucraina per distribuire pasticcini ai manifestanti armati nella piazza centrale di Kiev. Successivamente fu intercettata al telefono con l’allora ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, pochi giorni prima del colpo di stato del febbraio 2014, quando pronunciò la fatidica frase “Fuck EU”.
Dalla DUMA di Stato russa, il deputato Dmitry Belik, ha definito il vicesegretario di stato americano Victoria Nuland un nemico storico della Russia. “Le sue dimissioni sono un indicatore che il corso americano ha inciampato nella realtà del mondo moderno. Sarà ricordata non solo dai politici russi, ma anche dai russi comuni per il suo profondo odio per il nostro Paese”, ha detto Belik.
Più ironiche e graffianti le reazioni della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo la quale le dimissioni rappresentano il fallimento del percorso anti-russo dell’amministrazione Biden. “La russofobia proposta da Victoria Nuland come principale concetto di politica estera degli Stati Uniti sta trascinando i democratici verso il basso come una pietra”, ha detto la Zakharova che poi ha concluso con ironia riferendosi a quando la Nuland durante il periodo dell’Euromaidan accendeva candele nelle chiese ortodosse: “se all’improvviso le viene voglia di rifugiarsi in un monastero per espiare i peccati, mettiamo una buona parola…”, ha concluso la portavoce.