di Fabio Belli
Il nuovo anno non ha certo portato più distensione nella zona del Mar Rosso dove si sono verificate autentiche azioni di guerra tra la coalizione statunitense e la controparte yemenita.
Domenica 31 dicembre, una nave porta container della società Maersk ha lanciato due richieste di soccorso sostenendo di essere stata attaccata da quattro “piccole imbarcazioni Houthi”. In risposta il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) avrebbe abbattuto due missili antinave lanciati contro l’imbarcazione commerciale. Successivamente due elicotteri statunitensi, appartenenti alla USS Eisenhower e alla USS Gravely, avrebbero abbattuto tre imbarcazioni Houthi uccidendo una decina di combattenti, mentre una quarta nave sarebbe riuscita a fuggire.
La notizia, diramata dalle emittenti Sky Arabia e Al Jazeera, è stata in seguito smentita dalla controparte degli Houthi. Quel che è certo è che la popolazione locale yemenita ha udito esplosioni e intercettazioni missilistiche a nord di Bab al-Mandab.
Ad ogni modo, a supporto dei guerriglieri yemeniti, ieri, 1 gennaio, è intervenuta la 94a flottiglia di navi da guerra della Marina iraniana, composta dal cacciatorpediniere Alborz; lo ha riferito l’agenzia di stampa Tasnim.
Nel frattempo, la Gran Bretagna si sarebbe candidata come primo alleato di Washington nella zona. Secondo quanto riportato dal quotidiano Times, gli attacchi nel Mar Rosso potrebbero essere condotti con gli aerei da guerra della Royal Air Force. Il quotidiano Londinese ha riferito inoltre che Regno Unito e Stati Uniti potrebbero rilasciare una dichiarazione di guerra senza precedenti contro le milizie Houthi.
L’obiettivo Iran è sempre più concreto.
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