di Fabio Belli
Un programma per lanciare uno “sciame di droni” contro la Cina.
È quanto avrebbe in mente il vice segretario della Difesa statunitense, Kathleen Hicks. Il programma, denominato “Replicator”, è stato menzionato durante una conferenza della National Defense Industrial Association a Washington e mirerebbe a schierare migliaia di velivoli senza pilota simultaneamente via terra, mare e aria.
Secondo la Hicks, il sistema dello sciame di piccoli droni sarebbe più economico ed efficace rispetto a quello tradizionale, in considerazione anche del fatto che l’esercito cinese avrebbe una capacità produttiva maggiore di droni rispetto a quella statunitense.
Il programma Replicator, che dovrebbe essere pronto in due anni, potrebbe essere utile in un futuro conflitto con la Repubblica Popolare Cinese, poiché i droni potrebbero colpire un gran numero di obiettivi sparsi su un ampio territorio. L’ideale, secondo la funzionaria del Pentagono, sarebbe quello di garantire 1.000 obiettivi per 24 ore.
Le dichiarazioni del Pentagono giungono proprio in simultanea alla visita in Cina della Segretaria al Commercio statunitense, Gina Raimondo. Una visita che, leggendo fra le righe, non ha per niente fornito segnali di disgelo tra i due Paesi. Anzi Pechino ha messo in guardia ancora una volta Washington ribadendo che tutte le mosse per “politicizzare” il commercio si dimostreranno disastrose per l’economia globale.
Dalle restrizioni commerciali al lancio di droni il passo, dunque, potrebbe essere breve.