di Margherita Furlan
A Praga, dove si svolge la riunione informale dei ministri degli Esteri della NATO, in preparazione del Vertice di Washington (dal 9 all’11 luglio), che segnerà il 75mo anniversario dell’Alleanza, si studia il pretesto per la terza guerra mondiale. Nonostante tutte le circonlocuzioni, il segretario della NATO Jens Stoltenberg, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Polonia, Canada, Danimarca e Finlandia hanno dato il via libera a Kiev a utilizzare armi occidentali per attacchi all’interno della Federazione Russa. I Paesi che hanno permesso all’Ucraina di colpire la Russia con le sue armi sono inoltre Regno Unito, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Svezia, Estonia. Gli Stati Uniti e l’Ucraina sarebbero invece vicini alla firma di un patto di sicurezza bilaterale stando alle rivelazioni del Financial Times.
«Stiamo facendo passi avanti sulla rimozione delle restrizioni sull’uso delle armi da parte di Kiev». Lo ha precisato il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca. «Uso l’opportunità per chiedere a tutti gli alleati di avere una strategia unica sulla deterrenza della Russia dato che stiamo avendo una seria discussione su come garantire sostegno di lungo termine per l’Ucraina», ha aggiunto. «Capisco i timori da parte di alcuni Paesi, certe armi hanno una lunga gittata, ma dobbiamo usare la logica: è meglio abbattere un aereo piuttosto che i missili che porta».
Pronta la risposta di Mosca. Non c’è motivo di pensare che Kiev si limiterà ad attacchi “limitati” contro obiettivi relativamente poco importanti. È invece probabile che prenda di mira le infrastrutture critiche di sicurezza nella speranza di provocare una risposta implacabile da parte della Russia, che a sua volta aprirebbe la strada alla NATO per invocare l’Articolo 5 e impegnarsi di fatto in una guerra calda.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha dovuto precisare: la Russia considererà lo spiegamento di F-16 con capacità nucleare in Ucraina – che di fatto possono essere utilizzati solo da piloti della NATO – come “un segnale deliberato della NATO in campo nucleare alla Russia”.
Nel frattempo giunge il via libera dei ministri Ue ai dazi maggiorati sulle importazioni di prodotti agricoli – finora in gran parte esentati – dalla Russia e dalla Bielorussia, a partire dal primo luglio. Ma anche Pechino non sta a guardare. “Russia e Cina devono lavorare insieme per contrastare le sanzioni unilaterali, garantire la stabilità delle catene di approvvigionamento e lo sviluppo globale”.
Lo ha affermato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che ha aggiunto che i Paesi devono lavorare insieme per difendere l’equità nella politica internazionale.
“È importante opporsi congiuntamente alle azioni unilaterali, ai tentativi di protezionismo, all’erezione di barriere artificiali e al disaccoppiamento, garantire il funzionamento stabile e ininterrotto delle catene di produzione e di approvvigionamento internazionali e coltivare nuovi motori di sviluppo e progresso globale”.
L’era della guerra, interna ed esterna, è appena iniziata.