di Jeff Hoffman
Oggi, mentre una flotta di navi militari cinesi approda per la prima volta nel porto cambogiano di Ream, il presidente cinese Xi Jinping ha ricevuto nella sua residenza di Pechino la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
La Cina e l’Unione europea dovrebbero essere partner in una cooperazione “reciprocamente vantaggiosa”, ha affermato il presidente cinese aggiungendo che Cina ed Europa sono due grandi forze per la promozione del multipolarismo, due grandi mercati a sostegno della globalizzazione e due grandi civiltà a sostegno della diversità culturale.
Fra una frase di circostanza e l’altra Xi Jinping ha messo in guardia gli alti funzionari dell’UE dall’impegnarsi in uno scontro.
L’incontro, durato poco più di un’ora, è stato anticipato da un duro comunicato dei G7 in cui, fra le varie cose, la Cina è stata di nuovo invitata a fare pressioni sulla Russia affinché fermi quella che i paesi del G7 continuano a definire “aggressione russa”.
La presidente Von der Leyen, dal canto suo, ha dichiarato che è assolutamente necessario correggere gli squilibri e rendere il “de-risking” un obiettivo condiviso per rafforzare entrambe le economie.
Nel corso della giornata i due alti funzionari europei terranno colloqui con il premier, Li Qiang, prima di partecipare a una cena ufficiale e a una conferenza stampa serale.
A proposito dell’uscita del fu Belpaese dal memorandum d’intesa con Pechino, vale la pena sottolineare che nei primi cinque mesi del 2023, le esportazioni Italiane verso la Cina sono aumentate del 58% e che la Cina è il principale partner commerciale dell’Italia che, tanto per sapere, nel 2023 ha prodotto il 70% della crescita del PIL globale.
Dalla presentazione del progetto, 10 anni fa, la Cina ha messo in piedi 3000 accordi di cooperazione con i paesi aderenti per circa 420 mila posti di lavoro. Un miliardo di miliardi di investimenti da cui l’Italia è ufficialmente esclusa.