di Gionata Chatillard
“Gli aiuti a Kiev sono completamente cessati”. E a comunicarlo è la Casa Bianca, in un messaggio indirizzato ieri sia al Congresso che all’opinione pubblica statunitense. Al Congresso, perché quello lanciato dall’Amministrazione Biden è sembrato soprattutto un appello volto a convincere i parlamentari repubblicani ad autorizzare nuovi invii di armi all’Ucraina. E all’opinione pubblica, perché nelle parole di John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, era sottointeso lo spostamento del baricentro geopolitico di Washington dal fronte europeo a quello mediorientale.
“Abbiamo emesso l’ultimo pacchetto di consegna con i fondi che avevamo. Pertanto, è fondamentale che il Congresso ne assegni di nuovi”, ha spiegato Kirby in una conferenza stampa in cui si è anche reso protagonista di rivelazioni sconcertanti. Come il fatto che il Pentagono avrebbe perso le tracce di circa 40.000 armi destinate all’Esercito ucraino, per un valore totale di oltre 1 miliardo di dollari. E questo nonostante Washington, fino a ieri, si fosse sempre sbracciata per dare garanzie in senso opposto. Anche se, in fin dei conti, 1 miliardo di dollari sono solo una goccia nell’oceano dei 44 miliardi di materiale bellico consegnati finora dagli Stati Uniti al Governo di Volodymyr Zelensky. Una cifra che parrebbe dunque destinata a non aumentare, a meno che i repubblicani del Congresso non cambino idea nei prossimi giorni.
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