di Gionata Chatillard
Per far sí che l’Arabia Saudita non si allontani troppo dall’orbita occidentale, gli Stati Uniti si vedono ormai costretti ad alzare la posta in gioco. L’ultima offerta di Washington a Riyad è infatti quella di permettere alla nazione araba di arricchire uranio, ovvero di poter sviluppare energia nucleare per usi, almeno in teoria, di tipo civile. Al progetto stanno lavorando congiuntamente l’Amministrazione Biden e il Governo di Benjamin Netanyahu, che avrebbero eventualmente il compito di supervisionare le operazioni tecniche in territorio saudita. Se la trattativa dovesse andare in porto, gli Stati Uniti incasserebbero in cambio la normalizzazione delle relazioni fra Riyad e Israele, sulla scorta di quanto è già successo con altri paesi arabi attraverso gli Accordi di Abramo.
Trovare l’intesa, però, non sarà facile, anche perché di mezzo c’è la questione palestinese, che per la monarchia saudita rimane una priorità. Tuttavia, al netto degli esiti della trattativa, va messa agli atti quella che per la politica estera statunitense è comunque una svolta storica, dal momento che Washington si è sempre spesa per impedire lo sviluppo di tecnologie nucleari in Medio Oriente. L’offerta dell’Amministrazione Biden andrebbe in questo senso letta come una cessione a Riyad per evitare che i sauditi continuino ad avvicinarsi non solo a Cina e Russia, ma anche all’Iran. I legami del paese arabo con la Repubblica Islamica sono infatti decisamente migliorati proprio grazie alla mediazione di Pechino, che ha così acquisito un notevole peso geopolitico nella regione proprio a scapito degli Stati Uniti.
La Casa Bianca, mettendo sul piatto il nucleare, spera quindi di toccare il tasto giusto per convincere Riyad a guardare di nuovo a Occidente. Spetterà adesso ai sauditi decidere il da farsi, ma è significativo che, proprio mentre veniva alla luce la proposta israelo-statunitense, Mohammed bin Salman dichiarava all’emittente americana Fox News che il suo paese potrebbe presto vedersi costretto a puntare sull’atomica. Una scelta che sarebbe inevitabile, ha spiegato il principe ereditario, nel caso in cui l’Iran decidesse di dotarsi di questo tipo di arma. Eventualità, questa, considerata da sempre come una minaccia esistenziale dalla monarchia saudita, che adesso più che mai è cosciente di essere uno dei maggiori aghi della bilancia sullo scacchiere internazionale.