di Margherita Furlan
La guerra grande in Medio Oriente si potrebbe estendere non solo per via terrestre. Già abbiamo assistito agli attacchi reciproci nel nord di Israele/sud del Libano, nelle alture del Golan occupate da Israele e al lancio di missili provenienti dallo Yemen. Come già analizzato nei giorni precedenti, nel Mar Rosso e nel Golfo Persico ci sono snodi fondamentali per i commerci mondiali, saldamente presidiati dagli Stati Uniti. E proprio in quei mari nell’ultima settimana ci sono stati episodi che hanno coinvolto le milizie degli Houthi. Dapprima l’assalto con elicottero e sbarco di militari sul ponte del mercantile Galaxy Leader, nave di proprietà riconducibile a un mercante israeliano, poi sequestrata dagli Houthi e condotta in un porto yemenita. “È solo l’inizio […] Le navi israeliane sono un obiettivo legittimo per noi, ovunque siano: non esiteremo ad agire”, ha dichiarato un generale Houthi, come riportato dal Time of Israel. Ed è poi di due giorni fa la notizia dell’assalto con un drone, si suppone iraniano, a un altro mercantile di proprietà israeliana, la nave porta container Cma Cgm Symi, una delle più grandi al mondo. La fonte è in questo caso l’emittente televisiva libanese ‘Al Mayadeen’.
In realtà è da anni che le provocazioni proseguono da più parti nel Mar Rosso, come nel Golfo Persico, con gli Stati Uniti che cercano costantemente il predominio.