di Jeff Hoffman
La Russia di Vladimir Putin intende mediare fra Houthi yemeniti e governo filo occidentale per porre fine alla guerra civile innescata da Washington e Riyadh.
A darne notizia è lo stesso capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov, che ha ricevuto a Mosca il primo ministro del governo filo occidentale con sede a Riyad, Ahmed bin Mubarak.
Infatti, oltre ad accogliere il primo ministro Mubarak, Mosca ha inviato una delegazione nello Yemen per trattare con entrambe le parti coinvolte nel conflitto del Paese. Lo ha fatto sapere all’agenzia TASS il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, inviato speciale del Cremlino per il Medio Oriente e l’Africa, secondo il quale lo Yemen è tuttora governato da forze politiche diverse e contrastanti fra loro, facendo notare che la Russia interagisce sia con gli uni che con gli altri.
“Non giustifichiamo il bombardamento di navi commerciali, qualunque sia la giustificazione di questi attacchi. Ma non possiamo nemmeno giustificare le azioni aggressive che, con questo pretesto, Stati Uniti e Regno Unito stanno intraprendendo contro il territorio dello Yemen senza alcun mandato internazionale” “ha commentato Lavrov in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro yemenita Ahmad Awad bin Mubarak che, a sua volta, ha auspicato un ruolo positivo di Mosca nella risoluzione dei problemi nel Mar Rosso.
Poco prima della visita, mentre i capi militari Houthi definivano obsoleto e concluso il controllo occidentale delle rotte marittime e gli anglosassoni bombardavano la capitale, l’agenzia di stampa yemenita Saba ha fatto sapere che il governo controllato da occidente ha scelto la Russia come possibile mediatore per la pace.
Lo Yemen ha subito quasi dieci anni di guerra, subendo quella che è stata definita “la più grande crisi umanitaria del XXI secolo” dove scarsità di cibo e acqua combinata con gli effetti del conflitto, hanno portato alla morte di almeno 380 mila persone.
E nonostante la mediazione russa, la guerra prosegue.