di Fabio Belli
Mentre continuano le indagini sull’attacco terroristico mortale del mese scorso presso la sala concerti Crocus City Hall di Mosca, gli investigatori hanno scoperto informazioni sui preparativi dei terroristi, che potrebbero indicare legami con i servizi segreti ucraini. È quanto ha affermato il presidente del comitato investigativo russo, Alexander Bastrykin. Sempre da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito una provocazione molto pericolosa gli attacchi contro la centrale nucleare di Zaporozhye avvenuti sabato 7 aprile scorso. L’esercito ucraino aveva lanciato prima una serie di offensive colpendo la zona adiacente alla mensa e ferendo tre dipendenti. Successivamente un drone aveva preso di mira l’area del porto mercantile e un altro velivolo aveva attaccato il sesto propulsore della centrale colpendo la cupola. Secondo lo specialista in energia nucleare intervistato da Sputnik, Alexander Uvarov, non vi sarebbe alcun senso militare nell’attaccare i reattori nucleari di Zaporozhye in quanto non in funzione e quindi non in grado di produrre elettricità. Pertanto, prosegue Uvarov, non è possibile causare alcun danno al sistema di approvvigionamento energetico alle nuove regioni russe, ma solo un rilascio incontrollato di sostanze radioattive nell’atmosfera. Non a caso, l’AIEA ha condannato nelle ultime ore questo tipo di attacchi che “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare”, che secondo il presidente dell’Agenzia, Rafael Grossi, “è abbastanza vicino”.
Nel frattempo il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, durante l’inaugurazione di una nuova sede consolare a Damasco con il suo omologo siriano e con il presidente Bashar al Assad, ha ribadito che Israele sarà punito e riceverà la risposta necessaria al suo atto criminale. “L’attacco ha dimostrato che Israele non è vincolato ad alcuna regolamentazione internazionale e diritto umanitario”, ha affermato il capo della diplomazia iraniana che poi ha aggiunto, “consideriamo la sicurezza della Siria come la nostra”. Amir-Abdollahian ha lanciato anche l’ennesimo monito al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la cui amministrazione, secondo il ministro iraniano, starebbe esalando l’ultimo respiro. “I crimini del regime non riusciranno a garantirne la sopravvivenza”, ha detto il ministro della Repubblica Islamica che le ha mandate a dire anche a Washington, reo a suo dire, per il fatto che per l’attacco contro il consolato iraniano sarebbero stati usati caccia e missili statunitensi. “L’incapacità dell’America e di due paesi europei di condannare l’aggressione israeliana indica che Washington ha dato il via libera a Israele per commettere questo crimine”, ha concluso Amir-Abdollahian.