di Gionata Chatillard
Solo pochi giorni fa aveva iniziato a chiedere alla Russia di negoziare, invitandola ripetutamente al tavolo delle trattative. Adesso Volodymir Zelensky, oltre a ribadire quel concetto e a segnalare il ruolo della Cina come possibile chiave di volta del conflitto, apre timidamente anche a future cessioni territoriali a Mosca per porre fine a una guerra che dura ormai da 2 anni e mezzo.
Sebbene sia tornato a insistere sul fatto che il suo Governo non rinuncerà a nessuna regione in quanto non ha il potere di farlo senza andare contro la Costituzione, il presidente ucraino ha dichiarato che la questione del Donbass si potrebbe ancora dirimere attraverso canali diplomatici. Ma non solo, perché Zelensky ha anche affermato che quella della cessione territoriale è “una questione molto, molto difficile”, che per essere risolta dovrebbe essere sostenuta da tutta la popolazione.
Il presidente ucraino, insomma, non esclude un referendum come via d’uscita alternativa al vicolo cieco in cui si è messa Kiev, portata per mano dai poteri forti che regnano in Occidente. Un modo per chiamarsi fuori da quella che sarebbe una resa di fronte a Mosca, scaricando su una popolazione sempre più estenuata la responsabilità di decidere se continuare a combattere o accettare di perdere dei territori in cambio della pace. Un ulteriore -seppur timido- passo verso Mosca che conferma che a Kiev -o a Washington- qualcosa si sta muovendo.