di Gionata Chatillard
Qualcosa sembra essersi rotto fra Pristina e i paesi del blocco occidentale dopo i violenti scontri che un paio di settimane fa hanno coinvolto le forze della NATO nel nord del Kosovo. Gettando benzina sul fuoco del conflitto etnico con la minoranza serba, il Governo di Albin Kurti sembrerebbe questa volta aver fatto il passo più lungo della gamba, tanto che Washington e Bruxelles starebbero seriamente pensando di castigarlo mediante un pacchetto di sanzioni sia politiche che finanziarie. Sanzioni che, secondo la testata Euractiv, potrebbero addirittura essere imminenti.
I Ventisette starebbero negoziando in queste ore sul da farsi, ma sul tavolo ci sarebbe innanzitutto il congelamento dei fondi comunitari e del processo di adesione di Pristina alle istituzioni internazionali. Oltre a ciò, il blocco occidentale starebbe anche meditando sulla possibilità di far scattare sanzioni individuali contro i leader kosovari e di rivedere il dispiegamento militare della NATO nella regione. “Se Pristina non compirà i passi richiesti per la pace”, fanno sapere dagli Stati Uniti, “ciò significherà che Kurti ha deciso di abbandonare unilateralmente il partenariato euro-atlantico”.
L’Esecutivo kosovaro ha provato a correre ai ripari martedì scorso presentando agli alleati occidentali un piano di 5 punti per mettere fine all’escalation. Sul terreno, però, la situazione rimane estremamente tesa. Nella mattinata del 14 giugno, tre militari delle Forze Speciali di Pristina sono stati arrestati nel cuore della Serbia. Portavano con sé armi automatiche e un completo equipaggiamento con dispositivi GPS, mappe e altre attrezzature militari, pronti, secondo Belgrado, a porre in essere un atto terroristico per un’ulteriore escalation. Diversa l’opinione di Kurti, che assicura che i 3 uomini si sarebbero trovati in territorio kosovaro. ll primo ministro, però, è ormai sempre più isolato, fino al punto di essere stato scaricato persino dall’Albania. Il primo ministro Edi Rama ha infatti annullato all’ultimo momento l’incontro previsto ieri con il suo omologo kosovaro, spiegando che Pristina ha ormai “messo il dito sul pulsante che metterà in moto le sanzioni occidentali contro il suo Governo”.