di Fabio Belli
Hamas dichiara di avere 35.000 combattenti pronti in caso di invasione militare di Gaza. Israele, che può contare sulla connivenza dei media occidentali, dopo aver intensificato la propaganda facendo uso di social media influencer, ci prova con i volantini, come a suo tempo fecero gli Stati Uniti in Irak. Lo riporta il Times of Israel che ha reso noto un’operazione da parte dell’esercito israeliano che avrebbe lanciato volantini a Gaza chiedendo ai palestinesi informazioni sugli ostaggi di Hamas in cambio di sicurezza e una ricompensa in denaro.
“Se vuoi un futuro migliore per te e i tuoi figli, agisci e forniscici al più presto informazioni concrete e utili sugli ostaggi nella tua zona, vi garantiamo la completa riservatezza…”, si legge nei volantini stampati in arabo.
Ma a sopperire alle possibili lacune e alle mosse disperate di Tel Aviv ci pensa Washington. Non a caso il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale statunitense, John Kirby, ha confermato l’invio di istruttori militari in Israele. Ciò confermerebbe le indiscrezioni del New York Times, secondo cui Washington sarebbe preoccupata del fatto che il governo israeliano non ha un piano praticabile per inviare forze nell’enclave palestinese.
Così lo stesso criterio utilizzato per sacrificare i cittadini del Donbass, Washington lo adatta anche ai palestinesi di Gaza e non disdegna affatto un allargamento del conflitto. Chiede solo tempo, magari alcuni giorni per far convergere nella regione altre armi, in particolare sistemi di difesa aerea THAAD e Patriot, anche per proteggere le proprie basi in Iraq e Siria dove, non a caso, giunge notizia di un bombardamento delle strutture di al-Tanf, al-Shaddadi e al-Omar.
Un ulteriore campanello d’allarme su un conflitto esteso in Medio Oriente lo dà il Washington Post che cita un progetto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per evacuare centinaia di migliaia di cittadini nella regione. Non solo i 600.000 che vivono in Israele, ma anche gli 86.000 del vicino Libano dove oggi si sono registrati nuovamente scontri al confine e dove, secondo il canale panarabo, Al-Mayadeen, i bombardamenti israeliani avrebbero fatto uso di armi al fosforo colpendo la periferia delle città di confine di Hula e Mays al-Jabal.