di Fabio Belli
Il primo ministro slovacco, Robert Fico, è stato ferito oggi da almeno quattro colpi di arma da fuoco mentre salutava il pubblico dopo un impegno istituzionale nella città di Handlova. Mentre il suo aggressore veniva bloccato e arrestato dalla polizia, il premier è stato portato subito in ospedale dalla scorta. Colpito allo stomaco, al petto e a un arto, il 59enne capo dell’Esecutivo slovacco è stato stabilizzato e tuttora non è completamente fuori pericolo.
L’attentatore sarebbe un noto scrittore slovacco e nemico giurato del premier, nonché attivista del partito liberale “Slovacchia progressista”. Secondo le prime informazioni, l’arma era regolarmente registrata.
Fico, che ha sostenuto a più riprese il rafforzamento dei legami tra Russia, Unione Europea e Slovacchia, è noto per le sue posizioni anti interventiste nel conflitto russo ucraino.
Diametralmente opposte sono invece le intenzioni del Segretario di Stato statunitense Antony Blinken che, dopo essersi prestato a suonare in una band rock in un locale della capitale ucraina, ha anche usato tutti i mezzi per convincere i giovani del Paese ad andare in guerra. “Devono accettare una maggiore mobilitazione come passo necessario verso l’eventuale adesione alla NATO”, ha affermato Blinken durante un discorso a un Politecnico a Kiev.
Per la leadership ucraina e per il bellicoso Occidente sono i segnali di una situazione molto critica, per non dire peggio visto che anche il presidente ucraino, Volodimir Zelensky, ha rinviato tutte le visite all’estero previste per questa settimana. Zelensky è evidentemente preoccupato per la debacle nella regione di Kharkov. Oggi l’esercito russo ha ottenuto la completa liberazione di Rabotino, un villaggio nella regione di Zaporozhye, considerato da Kiev un crocevia strategico nella pseudo controffensiva ucraina della scorsa estate.