di Jeff Hoffman
Il processo decisionale dell’Unione europea necessita una rapida riforma, hanno fatto sapere da Bruxelles Ursula Von der Leyen e il primo ministro belga Alexander De Croo.
L’occasione era quella della conferenza stampa congiunta per l’avvio della presidenza belga del prossimo e ultimo semestre europeo prima delle elezioni di giugno.
“Visti i passi propositivi presi dall’UE per continuare il suo allargamento, essa ha la responsabilità di ripensare i suoi meccanismi decisionali e di accrescere la sua possibilità di parlare con una voce sola”, recita infatti uno dei capitoli del programma belga in termini di politica estera.
Vale la pena ricordare che i paesi candidati a entrare nella decadente Unione europea sono al momento: Montenegro, Serbia, Macedonia del Nord, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo (tuttora non ancora riconosciuto dalla Serbia), Turchia, Ucraina, Repubblica di Moldova, e Georgia.
E mentre la produzione industriale della più grande economia europea precipita verso il basso e le proteste degli agricoltori tedeschi si stanno allargando ai paesi vicini, dal quotidiano britannico Financial Times ci fanno sapere che l’ex “metapremier” Mario Draghi potrebbe diventare il prossimo candidato alla presidenza del Consiglio europeo.
Come recita il detto popolare: “tutti i nodi vengono al pettine”.
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