di Jeff Hoffman
L’Italia non è d’accordo con il piano di sostegno all’Ucraina da 40 miliardi annui proposto dal Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.
“Non sono abituato a prendere impegni che so di non poter mantenere e l’ho detto chiaramente”, ha risposto Guido Crosetto parlando con i giornalisti a margine del G7 in Puglia, contraddicendo le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani che, dalla cosiddetta conferenza di pace in Svizzera, ha invece dichiarato eterna fedeltà alla causa ucraina. “La guerra deve andare avanti fino alla sconfitta della Russia e al ristabilimento dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha affermato Tajani obbedendo alla lettera a quanto ordinatogli.
D’altra parte, il ministro Crosetto si era effettivamente già espresso contro l’uso delle armi per colpire la Russia nel suo territorio quando, all’incontro interministeriale della NATO del 30 maggio, aveva affermato che “la Costituzione vieta l’uso delle armi in Russia”, opponendosi così alla deriva belligerante adottata da altri paesi membri del blocco Atlantico.
Il caso ha voluto che, rientrando dalla riunione dei G7 belligeranti il ministro Crosetto ha dovuto ricorrere a un atterraggio di emergenza quando dal vano adibito a porta bagagli è iniziata a uscire una nube di fumo che ha immediatamente fatto scattare le procedure di emergenza.
Così, mentre gli Stati Uniti premono per aprire tre nuovi basi militari fra Slovacchia, Romania e Polonia e il presidente russo Vladimir Putin diffonde quella che tutti hanno definito l’ultima proposta di pace, fra i non proprio alleati paesi dell’Unione europea si sono aperte le prime brecce di resistenza su un ipotetico scontro diretto con la Russia che la Casa Bianca e la parte più agguerrita del Congresso sembra volere fino all’ultimo ucraino ed europeo.
“Se le proposte del presidente Vladimir Putin vengono respinte, le future condizioni di pace diventeranno più dure per l’Ucraina”, ha fatto sapere il capo dei servizi segreti esteri della Federazione Russa, Sergey Naryshkin.
Così il Vecchio Continente corre sul filo del rasoio della terza guerra mondiale atomica.