di Jeff Hoffman
Niente stagione turistica e niente pesca. Il mare che bagna la Sardegna serve alla guerra e da qui non si può passare. Questo, con altre parole, è quanto comunicato dai vertici militari della cosiddetta Alleanza Atlantica e riportato da giornali e cartelli stradali.
Infatti, più o meno in contemporanea all’esercitazione di guerra norvegese Dynamic Mongoose, dove vengono simulate attività di combattimento anti-sottomarini da parte di unità NATO per il controllo marittimo, in Sardegna inizierà domani per concludersi il 14 maggio l’esercitazione militare denominata “Noble Jump 2023”.
L’interdizione al mare durerà fino al 27 maggio, quando anche l’altra simulazione di combattimenti paradossalmente chiamata “Mare Aperto” terminerà le operazioni.
Se turisti, bagnanti e pescatori non potranno accedere all’area marittima e costiera indicata dalla Guardia Costiera, a circolare liberamente sull’isola saranno circa 6000 militari di 23 nazioni diverse, più di 40 unità navali fra navi e sommergibili, un numero imprecisato di aerei ed elicotteri e l’aggiunta di personale di Esercito, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.
La Prefettura, in ogni caso, ci ha tenuto a far sapere che, udite udite, i servizi erogati in favore delle truppe porteranno una positiva ricaduta economica per il popolo sardo.
Questa mattina attraccate al porto di Cagliari si possono vedere le navi da guerra tedesche New Amsterdam e Ark Germania, partite sette giorni fa dal porto tedesco di Emden con un carico di armamenti da incutere paura, scopo secondario delle operazioni organizzate a Washington.
A coordinare gli spostamenti, con il premuroso contributo del Muos di Sigonella, sarà, come sempre, il Joint Force Command di Napoli, confermando l’estensione dell’occupazione militare del fu Belpaese che, per l’appunto, è un’occupazione integrale, “isole comprese”.
Andrà tutto bene, ribadiscono i generali, ma le colonne militari di camion, carri armati e altri mezzi stanno già rallentando, se non bloccando persino la viabilità stradale.
A saltare agli occhi, d’altro canto, c’è che mentre la narrativa mediatica parla di emergenze ambientali e tutela della biodiversità, gli eserciti sotto il comando di Washington hanno letteralmente devastato gran parte della Sardegna.
Storicamente, infatti, se l’intero stivale è tappezzato da basi militari statunitensi e NATO, due sono le regioni italiane destinate alla completa servitù militare a tutto campo: Sardegna e Friuli Venezia Giulia, quest’ultima vicino alla ex Cortina di Ferro e la prima sulla rotta africana, nonché sede di noti poligoni di tiro a disposizione di eserciti internazionali, come Salto di Quirra, Capo Teulada e Capo Frasca, dove da decenni vengono sperimentate munizioni di ogni genere e natura.
E la guerra è servita.