di Elisa Angelone
A fronte di diverse notizie, subito rilanciate da tutti i principali media, che ieri sera davano il presidente turco Erdogan quasi per spacciato dopo un presunto malore che lo avrebbe colto durante una trasmissione televisiva, oggi il leader turco ha partecipato in videoconferenza alla cerimonia di inaugurazione della centrale nucleare di Akkuyu, costruita con l’aiuto della Russia. L’impianto, come ha rimarcato il presidente russo Vladimir Putin, in collegamento da Mosca, una volta ampliato “sarà la più grande centrale nucleare del mondo e coprirà il 10% del fabbisogno energetico della Turchia in modo ecologico”.
Oggi, 27 aprile, si è festeggiata la consegna del primo carico di combustibile nucleare russo alla prima delle previste quattro unità della centrale che, a pieno regime, sarà in grado di produrre 35 miliardi di kWh all’anno.
Per Vladimir Putin si tratterebbe della “più grande cooperazione tra Russia e Turchia nella storia delle relazioni tra i due Paesi”. “Un progetto di punta”, ha affermato Putin, “che porta vantaggi economici reciproci, rafforza il partenariato poliedrico tra i due paesi” e che “sarebbe stato impossibile senza il sostegno del presidente Erdogan”, ha sottolineato il leader russo. Mosca avrebbe aperto una scuola di formazione in lingua turca per formare ingegneri nell’ottica di rendere la gestione del maxi impianto più autonoma possibile.
Secondo Putin, con la nuova centrale nucleare di Akkuyu, la Turchia sta di fatto inaugurando un nuovo settore dell’economia e dà prova altresì dell’importanza che la sua leadership attribuisce alle relazioni con la Russia.
Prima della cerimonia di inaugurazione, i due leader avrebbero avuto un colloquio telefonico, durante il quale -come riporta il Cremlino- si sarebbero discusse questioni di attualità per l’intera gamma delle relazioni russo-turche, tra cui l’accordo sul grano e la fornitura continuativa e affidabile ad Ankara di energia russa, principalmente gas naturale – gas che si prevede poi di esportare a paesi terzi attraverso il maxi hub energetico turco in fase di progettazione. Nel corso della telefonata Putin avrebbe anche ribadito ad Erdogan la disponibilità sincera e disinteressata della Russia a fornire ulteriore supporto alle regioni turche devastate dal terremoto.
Insomma, contrariamente a quanto i media avevano subito fatto credere rilanciando notizie non verificate sulle sue gravi condizioni di salute -notizie poi smentite dall’entourage di Erdogan- il leader turco sembra essere abbastanza in forma per portare avanti i progetti congiunti con la Russia, perseguendo la sua tradizionale politica estera ambigua che gli consente di fare affari con quello che per gli “alleati” d’oltreoceano dovrebbe essere un nemico.
Le notizie sulle sue condizioni di salute accorrono comunque in un momento delicato per Erdogan, a poche settimane dalle elezioni in cui, evidentemente, il favorito dagli “alleati” non è più lui.