di Margherita Furlan ed Elisa Angelone
In un’intervista rilasciata alla Bbc, l’ambasciatore della Federazione Russa a Londra, Andrej Vladimirovič Kelin, ha accusato il Regno Unito di «voler far saltare tutta l’architettura di relazioni reciproche: politica, economica, culturale, soprattutto umanitaria e tutto il resto». Quattrocentocinquant’anni di legami «rovinati in un giorno».
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha infatti definito «escalation inaccettabile» la fornitura all’Ucraina di jet militari F-16 promossa dal governo di Rishi Sunak. Ricordando le enormi risorse di cui dispone la Russia, Kelin ha quindi puntualizzato: «Possiamo fare la pace domani, se la parte ucraina è disposta a negoziare. Peccato che il presidente dell’Ucraina abbia proibito qualsiasi trattativa». Ma, secondo il diplomatico, un congelamento del conflitto «non costituirebbe una piattaforma per una pace stabile e a lungo termine in Europa». Qualsiasi trattativa dovrebbe infatti coinvolgere le cancellerie occidentali e tenere conto delle garanzie di sicurezza richieste dalla Russia: «Vogliamo la pace, ma a determinate condizioni. Per noi, sono importanti due cose: che non vi sia alcuna minaccia dall’Ucraina verso la Russia e che i russi in Ucraina siano trattati come tutti gli altri cittadini del mondo.”
Il presidente russo, Vladimir Putin, nel frattempo, ha firmato una legge che consente lo svolgimento di elezioni nelle regioni in cui è in vigore la legge marziale. Ciò consentirà in autunno l’elezione di parlamenti nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporozhye, mentre il ministero degli Interni ha inserito il senatore statunitense Lindsey Graham nella lista dei ricercati a causa delle dichiarazioni controverse durante la sua recente visita a Kiev. Commentando i generosi contributi statunitensi alla causa ucraina, il senatore repubblicano ha affermato che “molti russi stanno morendo” e che dunque i miliardi USA devoluti a Kiev sarebbero “i soldi meglio di sempre”. Una dichiarazione, questa, che ha ovviamente suscitato indignazione in Russia ma che, secondo la Reuters e lo stesso Graham sarebbe falsa, in quanto “estrapolata appositamente dal contesto”. Tuttavia né il senatore né l’agenzia Reuters hanno pubblicato, a conferma di ciò, le dichiarazioni integrali di Graham, che pure si dice orgoglioso del mandato di arresto emesso da Mosca nei suoi confronti. D’altra parte Graham ha partecipato attivamente in prima persona ai preparativi della guerra per procura in Ucraina insieme a Victoria Nuland e John McCain.