di Gionata Chatillard
Olaf Scholz dice una cosa, l’Esercito tedesco ne fa un’altra. Questo è ciò che emerge dalle intercettazioni pubblicate nei giorni scorsi dalla stampa russa: una conversazione di quasi 40 minuti in cui 4 alti ufficiali delle Forze Armate -tra cui il capo dell’Aeronautica Militare- discutono di come bombardare con missili Taurus il ponte di Kerch, che collega la penisola della Crimea al resto del continente.
Il dialogo fra i militari, risalente allo scorso 19 febbraio, mette in particolare imbarazzo il cancelliere tedesco, che recentemente si era opposto a dotare Kiev di questo tipo di armi, la cui gittata potrebbe permettere all’Ucraina di colpire in profondità il territorio russo. La preoccupazione di Scholz è che, cedendo i Taurus, la Germania finisca per essere trascinata in guerra. Una preoccupazione che però non sembra essere condivisa dai vertici dell’Esercito tedesco, che nell’audio trapelato parlano di come fornire a Kiev informazioni sui bersagli da colpire senza però dare l’impressione di essere direttamente coinvolti nel conflitto.
A provare a spegnere l’incendio ci ha provato il ministro della Difesa, Boris Pistorius, secondo cui nella conversazione intercettata dalla stampa russa si parlerebbe semplicemente di eventuali scenari futuri, senza nessuna pianificazione concreta né tantomeno un via libera definitivo alla consegna dei Taurus. Parole a cui ha subito risposto Dmitri Medvedev, sottolineando come in realtà l’Esercito tedesco stia ormai scavalcando la politica. “Nella Storia è pieno di esempi di ciò che accade quando i soldati prendono decisioni al posto dei leader civili”, ha avvertito ieri l’ex presidente russo, più che mai convinto che Berlino si stia “preparando per una guerra contro Mosca”.
A essere sconfessato dagli audio rivelati dalla stampa non è però solo il Governo tedesco, ma tutta la narrazione occidentale. Nella conversazione, i 4 alti ufficiali parlano infatti di un “coinvolgimento diretto” degli angloamericani nel conflitto, arrivando a dire che i britannici dispongono anche “di diverse persone sul campo”. Per finire, i militari affermano anche che, per operare indisturbati in Ucraina, i soldati tedeschi avrebbero dovuto travestirsi da civili e parlare con accento statunitense. In questo modo non avrebbero dato nell’occhio.
Ma oltre a fornire l’ennesima conferma dell’implicazione della NATO nel conflitto, la conversazione trapelata ha anche sollevato dubbi sulla sicurezza delle comunicazioni interne delle forze armate tedesche. L’incontro virtuale fra i 4 alti ufficiali intercettati si sarebbe infatti svolto non attraverso una linea protetta, ma tramite una piattaforma di normale uso civile. Un errore che a certi livelli è apparentemente inspiegabile, tanto che qualcuno inizia a pensare che più che di una svista da dilettanti possa essersi trattato in realtà di una mossa calcolata per togliere il terreno da sotto i piedi a Scholz ed entrare definitivamente in una nuova fase del conflitto fra Occidente e Federazione Russa.
Intanto, poche ore fa, il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore tedesco a Mosca, Alexander Lambsdorff, per chiedere chiarimenti sulle intercettazioni.