di Fabio Belli
Sabato 2 marzo il cacciatorpediniere italiano Caio Duilio ha abbattuto un drone nel Mar Rosso che si trovava a circa 6 km dall’imbarcazione.
Lo ha riferito il Ministero della Difesa in una nota in cui ha precisato che la nave si trova nell’area per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali da fine dicembre. Nella stessa nota il ministro, Guido Crosetto, ha definito “guerra ibrida” le offensive degli Houthi contro il traffico commerciale visto che gli attacchi prenderebbero di mira solo le navi occidentali e non quelle di Russia e Cina.
Quasi a voler giustificare le operazioni che vedono l’Italia in prima linea, è intervenuta anche la premier, Giorgia Meloni, secondo la quale quello che accade nel Mar Rosso dimostrerebbe quanto ci sia bisogno di essere concentrati su un quadrante fondamentale per i nostri interessi. Di quali interessi, nazionali o sovranazionali non è dato sapere. Tuttavia, la Presidente del Consiglio, in pellegrinaggio verso Washington, ha sottolineato come nella zona passi il 15 per cento del commercio globale. “In mancanza di questa rotta, dovremmo circumnavigare l’Africa, rischiando di avere un incremento del prezzo dei prodotti”, ha affermato la Meloni.
Nel frattempo, da Bratislava, il primo ministro Robert Fico ha comunicato che l’Italia sta ritirando il sistema di difesa aerea Samp/T Mamba, precedentemente installato vicino alla base militare di Malacky. La Slovacchia aveva ricevuto il sistema per rimpiazzare il proprio S-300 ceduto all’Ucraina. Dopo un anno, stando alle parole del premier slovacco, dopo che Washington aveva ritirato dal paese est europeo i sistemi statunitensi Patriot, il “fu Belpaese” annuncia di riprendersi il Samp/T con la motivazione di doverlo installare in un altro posto.
Qualcosa bolle in pentola?