di Elisa Angelone
“Sono sinceramente convinto che il più grande terrorista finanziario al mondo sia il dollaro americano”. A dirlo è Uday Kotak, il banchiere più ricco dell’Asia e CEO della Kotak Mahindra Bank, una delle maggiori banche indiane. “Tutti i nostri soldi sono conservati presso banche estere. Qualcuno negli USA può dirci: ‘non potrai ritirare i tuoi soldi da domani mattina’, e noi siamo bloccati. Questo è il potere della valuta di riserva mondiale”, ha continuato Kotak, che ha poi aggiunto: “Credo che ci troviamo in un momento cruciale della storia. Il mondo è alla disperata ricerca di un’altra valuta di riserva. Cambiamenti di questo tipo avvengono una volta ogni cent’anni. (…) La domanda è: quale Paese potrà prendere questo posto?”
Per il banchiere, non saranno certo l’euro o la sterlina britannica a sostituire il dollaro USA. Lo yuan avrebbe più possibilità, secondo Kotak, per il quale tuttavia la Cina avrebbe al momento “grandi problemi di fiducia con molti Paesi del mondo”. Motivo per cui, secondo il miliardario indiano, l’India deve fare in modo di creare istituzioni solide e affidabili per far sì che sia la rupia indiana a sostituire il biglietto verde.
Le dichiarazioni di Kotak hanno avuto una certa eco, al punto che il banchiere si è sentito in dovere di chiarire la sua posizione su Twitter, affermando che con l’espressione ‘terrorista finanziario’ non si riferiva solo al dollaro statunitense, bensì al potere sproporzionato che detiene qualsiasi valuta di riserva.
Anche senza le correzioni di Kotak, è piuttosto chiaro a tutti il clima generale nei confronti del dominio del dollaro, persino alla stessa leadership statunitense, che si sta rendendo conto di avere ora puntata contro la stessa arma che per decenni ha utilizzato nei confronti degli altri.